Pubblichiamo uno dei testi del nostro libro “L’anno che verrà – 2020” scritto da Marco Cremonesi
Il 2020 della Lega comincia con una data precisa: 26 gennaio. Il giorno delle elezioni in Emilia Romagna è per la Lega il più cruciale degli appuntamenti. Se il presidente dem Stefano Bonaccini non dovesse riuscire a difendere la roccaforte Dem dall’assalto di Matteo Salvini e Lucia Borgonzoni, per la Lega si potrebbe delineare un filotto che allinea anche le altre regioni al voto, prima per rilevanza strategica la Toscana. Al di là di un possibile (ma complicato) accordo nella maggioranza per cambiare il sistema elettorale in direzione proporzionale e in modo probabilmente non favorevole alla Lega, la tenuta del governo sarebbe messa a durissima prova. Mentre già in primavera gli elettori potrebbero essere chiamati alle urne per il referendum chiesto dai consigli regionali a trazione di centrodestra: quello per cancellare la parte proporzionale dell’attuale legge elettorale. Da capire come impatterà con il referendum la volontà della maggioranza giallorossa di cambiare la legge: Roberto Calderoli ha già evocato i “forconi” qualora si modificasse il Rosatellum proprio per evitare il referendum. Insomma, Matteo Salvini è arrivato a un nuovo bivio. Perché se invece l’Emilia Romagna restasse alla sinistra, il percorso del leader leghista rischierebbe di incagliarsi insieme con l’offuscarsi della sua fama di uomo dal tocco (elettorale) magico. Oltre alle regionali e al referendum, già oggi si vedono le avvisaglie della durissima campagna elettorale per le grandi città che si aprirà con grande anticipo in vista del 2021: per le amministrazioni di Milano, Torino, Napoli e Roma, con gennaio si apre l’ultimo anno. Alla fine del 2019 è arrivato anche il congresso lungamente evocato per fare chiarezza sul destino della vecchia Lega, che resterà comunque ancora “per l’indipendenza della Padania” a dispetto della svolta nazional-sovranista. Il congresso ha sancito definitivamente il ruolo di partito nazionale della “Lega per Salvini premier” lasciando al movimento fondato da Umberto Bossi sostanzialmente il solo ruolo di pagatore dei 49 milioni di rimborsi elettorali illecitamente percepiti. Insomma: una vera bad company.
–
Clicca qui per leggere tutto il libro “L’anno che verrà – 2020”
–
Sei in cerca di un regalo? Puoi regalare Good Morning Italia