Pubblichiamo uno dei testi del nostro libro “L’anno che verrà – 2020” scritto da Filippo Santelli.
Grandi sono le sfide, le battaglie che la Cina ha di fronte: Xi Jinping lo ripete da mesi. Un po’ perché le difficoltà sono evidenti: la competizione di potenza con gli Stati Uniti, l’economia che rallenta, Hong Kong che brucia. Un po’ perché la narrativa maoista della lunga marcia serve a compattare i cittadini attorno al Partito comunista e al suo “nucleo”, il segretario generale, mai così autoritari e accentratori nella storia recente del Paese. Il 2020 apre il decennio che nelle promesse di Xi dovrebbe realizzare il “sogno cinese”, benessere e modernizzazione. Questi obiettivi epocali non sono propaganda, ma il fondamento della legittimità del Partito.
Guardando indietro, l’ottimismo è lecito: traguardi inimmaginabili dieci anni fa sono raggiunti, la Cina conquista lo spazio, elimina la povertà, tratta alla pari con Washington. Guardando avanti invece la strada appare in salita, le sfide sempre più dure. Certo, gli Stati Uniti entrano in campagna elettorale, questo toglierà pressione. Ma è chiaro ormai che tutto l’establishment americano, anche più di Trump, identifica Pechino come il vero rivale strategico. Inoltre molti degli ostacoli sulla via dell’ascesa cinese sono di origine interna, strutturali. Prendiamo l’economia. Soffre per i dazi, vero, ma soprattutto perché il modello “fabbrica del mondo”, alimentato da investimenti di Stato e infrastrutture, non funziona più: la leadership ne lascia intravedere uno diverso, fatto di innovazione, qualità, consumi, ma la transizione ha costi politici e sociali enormi.
Il prossimo piano quinquennale, in arrivo nel 2020, dirà se Xi è disposto ad affrontarli. E poi la politica. La protesta di Hong Kong è una reazione della periferia al controllo sempre più soffocante da parte del centro. Una paura che ha già contagiato Taiwan, “provincia ribelle” che per il Partito va riunificata, ma dove nelle elezioni presidenziali di gennaio dovrebbero rivincere i democratici, contrari alla prospettiva. Di fronte alle sfide, la ricetta di Xi Jinping per la Cina è chiara: più accentramento, più controllo, più censura, il Partito che comanda “a Nord, Sud, Est e Ovest”. Alcuni sostengono sia il vero problema, per lui è l’unica soluzione.
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