Pubblichiamo uno dei testi del nostro libro “L’anno che verrà – 2020” scritto da Jacopo Barigazzi
Con grande scorno di Matteo Salvini che aveva promesso una spallata all’Europa (“andranno tutti a casa” era il mantra) sembra invece sempre più probabile che il 2020 della Commissione Europea sarà il momento del suo arcirivale: il presidente francese Emmanuel Macron. Non è solo questione di una Germania che si indebolisce economicamente e di una cancelliera Merkel che si prepara a lasciare la plancia di comando ad Annegret Kramp-Karrenbauer mentre Parigi resta stabile. È anche un problema di trasformazione del sistema tedesco dove l’ascesa dei Verdi, come quella della destra estrema, sono ancora da capire. Tutto questo lascia un vuoto che Parigi ha voglia di riempire con conseguenze che alcuni funzionari e diplomatici temono non siano necessariamente positive per la Ue e per Roma.
Sulla carta Parigi è nemica di quella austerity che tanto piace a Berlino, ma su temi come l’immigrazione è la Germania la vera amica di Roma: al picco della crisi migratoria nel 2015, il governo socialista francese di allora fece poco o nulla per venire incontro al governo socialista italiano in quel momento al potere in Italia, al contrario del governo tedesco (conservatore). Sul piano economico le nostre aziende hanno spesso partecipazioni azionarie incrociate con quelle francesi mentre dei tedeschi siamo soprattutto fornitori.
Alcuni degli uomini più vicini a Macron temono che, in questo ambito, il suo non sia un progetto europeo ma un progetto di conquista francese dell’Europa. Dopo la guerra i tedeschi hanno dovuto trovarsi un’altra identità e l’hanno trovata in quella europea. Un problema che i francesi non hanno avuto. Privati della sponda inglese per Roma i giochi si fanno quindi più complicati. Anche perché i tedeschi ripetono spesso che giudicheranno Macron dalla sua capacità di crearsi un’opposizione che il giorno in cui andrà al potere non farà saltare tutto in aria. Ma il presidente francese, che finora non è riuscito a indebolire Marine Le Pen, sembra invece tentato di tenere viva la minaccia dell’estrema destra per vincere un secondo turno. E anche questo potrebbe essere pericoloso per la politica italiana.
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