Pubblichiamo uno dei testi del nostro libro “L’anno che verrà – 2020” scritto da Anaïs Ginori
Sarà un anno ad alto rischio per la Francia di Emmanuel Macron. Dopo la sfida in piazza del movimento dei gilet gialli, in parte superata, il giovane leader non è riuscito a spegnere la rabbia che cova nel Paese. Uno dei banchi di prova sarà l’approvazione della riforma delle pensioni, annunciata nel programma con cui Macron è stato eletto nel 2017.
È un dossier esplosivo. Il governo vuole infatti abolire i 42 “regimi speciali”, trattamenti previdenziali riservati ad alcune categorie di lavoratori, dai ferrovieri ai poliziotti, che promettono battaglia. A metà mandato (la scadenza è nel maggio 2022), il capo di Stato può contare su una congiuntura economica migliore di altri Paesi europei. La Francia ha per il 2020 una previsione di crescita del Pil all’1,3%, superiore a quella di Italia e persino della Germania. Il tasso di disoccupazione è in calo. Un andamento che però non si rispecchia nei sondaggi. Secondo una ricerca Elabe il 62% dei francesi vede l’elezione del giovane Presidente come un “fatto negativo”.
L’immagine di un leader arrogante, lontano dal popolo, è ancora forte nonostante gli sforzi fatti da Macron per cancellare l’etichetta di “Presidente dei ricchi” con un esborso di 17 miliardi di euro supplementari tra riduzioni di tasse e aumenti di sussidi. “Sono in mezzo alla traversata del deserto”, ha detto il leader francese convinto che ci voglia ancora tempo per ottenere gli effetti concreti delle riforme economiche e sociali che ha lanciato. Sarà anche l’anno della verità per il partito di maggioranza, La République en Marche, nato sull’onda della candidatura di Macron e con una solida pattuglia di deputati all’Assembée Nationale, ma senza un radicamento sul territorio.
A marzo sono previste le municipali e si capirà quanti eletti locali En Marche riuscirà davvero a ottenere. Il sistema a doppio turno costringerà ad alleanze o patti di desistenza nel caso di ballottaggi con l’estrema destra. Infine, è un anno cruciale dal punto di vista europeo. Macron ha puntato molto del suo capitale politico su un nuovo protagonismo della Francia del rilancio dell’Ue, con l’idea di una “sovranità europea”, dalla Difesa al Commercio internazionale. Con l’insediamento della nuova Commissione e il commissario francese Thierry Breton si capirà se e quanto le ambizioni del giovane leader saranno esaudite.
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