Una nuova legge per l’immigrazione

Pubblichiamo uno dei testi del nostro libro “L’anno che verrà – 2020” scritto da Annalisa Camilli

La riforma della legge sull’immigrazione (Bossi-Fini) e la riforma della legge sulla cittadinanza potrebbero essere le due grandi questioni di cui si tornerà a parlare nel 2020 per quanto riguarda l’immigrazione. Mentre le modifiche che saranno fatte dal governo rosso-giallo ai decreti sicurezza che portano il nome dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini saranno molto circoscritte, come era già stato annunciato dal premier Giuseppe Conte
nel discorso d’insediamento per il suo secondo mandato da presidente del Consiglio e come è stato confermato dall’attuale ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che ha promesso modifiche ai decreti, seguendo le indicazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Di fatto saranno eliminate le multe esorbitanti previste per chi soccorre persone in mare, ma rimarrà in piedi l’impianto del decreto che prevede la possibilità per il Viminale di vietare l’ingresso in acque italiane alle navi umanitarie che hanno soccorso migranti. Molto probabilmente le leggi Salvini, dunque, saranno modificate in maniera non sostanziale e si aspetterà che la magistratura italiana – un ricorso per incostituzionalità del decreto sicurezza bis è già stato presentato nel recente caso Open Arms – le smonti e le renda gradualmente inefficaci. Una mossa poco coraggiosa, che va nella direzione di distogliere l’attenzione dalla frontiera marittima, che invece
in questi anni è stata al centro del dibattito pubblico.

La partita più interessante sull’immigrazione tuttavia non riguarderà tanto la frontiera, quanto la cittadinanza e la riforma della legge sull’immigrazione. Il premier ha parlato di una nuova riforma della legge sulla cittadinanza e di investimenti per l’integrazione. Questo potrebbe riaprire la discussione sullo ius culturae e sulla riforma della legge Bossi-Fini.

In Parlamento è in già in corso l’esame della legge di iniziativa popolare “Ero straniero”, promossa nella scorsa legislatura da associazioni della società civile, che prevede proprio la riforma della legge sull’immigrazione risalente al 2002. Il cuore della riforma è la possibilità di regolarizzare i lavoratori stranieri che sono sul territorio italiano in maniera irregolare e prevede l’apertura di canali legali per motivi di lavoro. Anche durante il precedente governo, all’esame delle commissioni parlamentari sulla riforma si erano espressi positivamente sia il Partito democratico sia il Movimento 5 stelle.

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